(askanews) -Acab, la serie in sei episodi su Netflix dal 15 gennaio, arriva proprio mentre proseguono le polemiche sulla morte di Ramy Elgami, per cui sono indagati tre militari, ed emergono le proteste per presunti abusi subiti nella Questura di Brescia da alcune manifestanti fermate davanti ai cancelli della Leonardo. Mentre, nel frattempo, il governo è al lavoro per un quadro normativo che dovrebbe aggiungere ulteriori tutele alle forze dell'ordine. I temi affrontati nella serie ispirata al libro di Carlo Bonini e diretta da Michele Alhaique sono dunque di grandissima attualità.
Marco Giallini di nuovo nei panni del poliziotto Mazinga
A 13 anni dal film di Stefano Sollima Marco Giallini torna ad interpretare Mazinga, poliziotto convinto che l'ordine si debba mantenere con la violenza. Con lui nel Reparto Mobile di Roma questa volta ci sono, fra gli altri, i personaggi interpretati da Valentina Bellè e Pierluigi Gigante, mentre il comandante impersonato da Adriano Giannini è figlio della polizia riformista. Il regista va a fondo nell'indagare la connessione tra conflitti privati e sociali, evitando schieramenti, ma fornendo le mille sfaccettature dei personaggi.
«Un conto è vedere un telegiornale o vedere le immagini e i video su Youtube, un'altra cosa è quello che dobbiamo fare noi, cioè cercare di raccontare storie nella loro complessità per vedere cosa c'è oltre la divisa, no?», ha detto Alhaique, «questa è stata secondo me la sfida maggiore e poi lo spettatore si farà, speriamo, le domande giuste». Marco Giallini ha sottolineato: «Sono ragazzi che ammazzano ragazzi, questo l'ho sempre pensato ed è sempre stato così. È chi fa sì che queste cose succedano in questo modo, sempre, non una volta all'anno, che bisognerebbe interpellare».
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A 13 anni dal film di Stefano Sollima Marco Giallini torna ad interpretare Mazinga, poliziotto convinto che l'ordine si debba mantenere con la violenza. Con lui nel Reparto Mobile di Roma questa volta ci sono, fra gli altri, i personaggi interpretati da Valentina Bellè e Pierluigi Gigante, mentre il comandante impersonato da Adriano Giannini è figlio della polizia riformista. Il regista va a fondo nell'indagare la connessione tra conflitti privati e sociali, evitando schieramenti, ma fornendo le mille sfaccettature dei personaggi.
«Un conto è vedere un telegiornale o vedere le immagini e i video su Youtube, un'altra cosa è quello che dobbiamo fare noi, cioè cercare di raccontare storie nella loro complessità per vedere cosa c'è oltre la divisa, no?», ha detto Alhaique, «questa è stata secondo me la sfida maggiore e poi lo spettatore si farà, speriamo, le domande giuste». Marco Giallini ha sottolineato: «Sono ragazzi che ammazzano ragazzi, questo l'ho sempre pensato ed è sempre stato così. È chi fa sì che queste cose succedano in questo modo, sempre, non una volta all'anno, che bisognerebbe interpellare».
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00:00Acab, la serie in sei episodi su Netflix dal 15 gennaio, arriva proprio mentre proseguono
00:14le polemiche sulla morte di Rami El Galm, per cui sono indagati tre militari ed emergono
00:20le proteste per presunti abusi subiti nella questura di Brescia da alcune manifestanti
00:26fermate davanti ai cancelli della Leonardo, mentre nel frattempo il governo è al lavoro
00:31per un quadro normativo che dovrebbe aggiungere ulteriori tutele alle forze dell'ordine.
00:37I temi affrontati nella serie ispirata al libro di Carlo Bonini e diretta da Michele
00:42Alaic sono dunque di grandissima attualità.
00:45A 13 anni dal film di Stefano Sollima, Marco Giallini torna ad interpretare Mazinga, poliziotto
00:51convinto che l'ordine si debba mantenere con la violenza.
00:55Con lui nel reparto mobile di Roma, questa volta ci sono fra gli altri i personaggi interpretati
01:01da Valentina Bellè e Pierluigi Gigante, mentre il comandante impersonato da Adriano Giannini
01:07è figlio della polizia riformista.
01:09Il regista va a fondo nell'indagare la connessione tra conflitti privati e sociali, evitando
01:16schieramenti ma fornendo le mille sfaccettature dei personaggi.
01:21Il mio conto ovviamente è vedere un telegiornale, delle immagini, dei video su YouTube eccetera.
01:26Un'altra cosa è quello che dobbiamo fare noi, cercare di raccontare delle storie nella
01:30loro complessità per vedere cosa c'è oltre la divisa.
01:35Questa è stata secondo me la sfida maggiore e poi ripeto lo spettatore si farà, speriamo,
01:42le domande giuste.
01:43Ci sono ragazzi che ammazzano ragazzi, questo l'ho sempre pensato e è sempre stato così.
01:52E chi fa sì che queste cose succedano in questo modo, sempre, non è una volta all'anno,
01:58che bisognerebbe interpellare.
02:01Questo è Roma e Roma non arretra!